May 2025
May 2025
Il prezzo dell'oro testa quota 3.200 dollari: si sta formando un doppio massimo?
Di Rhona O'Connell, Head of Market Analysis
Premio per il rischio ancora in fase di smobilizzo sull’oro, soprattutto dopo i colloqui commerciali Cina-USA del passato fine settimana
- L’oro ha ormai annullato più del 50% del suo recente forte rialzo e sta testando i 3.200$/oncia.
- Se scendesse sotto i 3.199$ completerebbe una formazione tecnica a doppio massimo, che potrebbe – attenzione al condizionale – preludere a un’ulteriore discesa di 235$.
- A nostro avviso ciò è improbabile, perché i fattori di fondo restano positivi, ma i progressi nei colloqui sui dazi hanno sicuramente smorzato parte della confusione del mercato, dunque rimaniamo della nostra idea che il picco sia già stato raggiunto.
- Le giacenze di oro sul COMEX hanno toccato il massimo di 1.402t il 4 aprile; da allora sono calate di 185t, a 1.217t giovedì scorso, per poi risalire lievemente a 1.218t venerdì.
- Il rapporto giacenze /open interest è all’89%, ancora ben al di sopra del più consueto 40%+.
- La Fed resta solida, ma i mercati obbligazionari continuano a scontare un prossimo allentamento, con i Fed funds a 3,76% a fine anno contro il 4,5% attuale.
- Le preoccupazioni sui dazi hanno praticamente interrotto le importazioni di monete da investimento dall’Europa verso gli Stati Uniti.
- I premi su alcune monete d’oro sono sotto forte pressione, in particolare Krugerrand e American Eagle.
- L’argento si è mantenuto relativamente stabile di fronte al calo dell’oro, mentre i colloqui sui dazi alleviano parte delle turbolenze macro.
- Gli ETF auriferi hanno ceduto solo 19t nelle ultime due settimane. La produzione mondiale di miniera è di circa 3.600t.
- Gli ETF sull’argento attirano interesse, con un incremento netto di 392t da inizio aprile, a 22.780t, +1.010t da inizio anno. La produzione mondiale di miniera è di 25.497t (dati Metals Focus).
- Le prospettive a breve termine restano invariate: l’oro sta ancora fluttuando, ma rimane ben sostenuto. Ci aspettiamo prezzi supportati finché i mercati dovranno confrontarsi con l’incertezza persistente del clima politico, ma continuiamo a ritenere che il picco sia alle spalle. Il rapporto oro:argento, ancora poco sopra 100, dovrebbe iniziare a scendere non appena la situazione economica comincerà a schiarirsi.
Il rapporto S&P/Gold continua a recuperare man mano che l’appetito per il rischio aumenta, ma con cautela

Fonte: Bloomberg

Commento:
Il Federal Open Market Committee (FOMC) si è riunito la scorsa settimana, lasciando il target rate dei Fed funds nel range 4,35–4,50%. Il comunicato di accompagnamento è risultato più deciso del solito, sottolineando fin dall’inizio che “sebbene le oscillazioni delle esportazioni nette abbiano influenzato i dati [corsivo nostro], gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività ha continuato a espandersi a un ritmo solido… L’incertezza sulle prospettive economiche è ulteriormente aumentata”. Nei mercati circolano opinioni molto divergenti sull’evoluzione della politica Fed e, con i negoziati sui dazi che sembrano fare passi in avanti, un cambiamento dei tassi durante l’incontro di giugno appare sempre meno probabile.
Nel frattempo Stati Uniti e Regno Unito hanno siglato un accordo commerciale che potrebbe fare da modello per altri, ma la novità principale è arrivata nel fine settimana, con il Segretario al Tesoro Scott Bessent e il Vicepremier cinese He Lifeng a guidare i colloqui di negoziato. Gli USA ridurranno i dazi dal 145% al 30%, mentre la Cina porterà i propri dal 125% al 10%. È previsto un periodo di 90 giorni per definire i dettagli, quindi i termini non sono ancora definitivi.
La Cina ha riaperto le attività la scorsa settimana dopo le vacanze del Labour Day, contribuendo a sostenere l’oro grazie a un rinnovato interesse all’acquisto: il differenziale Shanghai / loco Londra si è ampliato fino a un premio del 130% (4%) al momento della scrittura di questo articolo. La domanda di lingotti d’argento in Medio Oriente sta crescendo, mentre la domanda di lingotti d’oro resta robusta; infine, in Asia l’argento beneficia dell’alto prezzo dell’oro.
Inventario oro COMEX, in tonnellate

Fonte: CME via Bloomberg, StoneX
Oro, vista su un anno; ritorno ad un territorio neutrale

Fonte: Bloomberg, StoneX
Oro nelle principali valute locali

Fonte: Bloomberg, StoneX
Argento, da gennaio 2024 ad oggi; in fase di stabilizzazione (per quanto l'argento possa mai essere stabile!); ancora in trend rialzista

Fonte: Bloomberg, StoneX
Rapporto oro:argento, da gennaio 2024 ad oggi; ritorno a 100

Fonte: Bloomberg, StoneX
CFTC: Prosegue la liquidazione delle posizioni long sull’oro, con 299t di rialzi netti chiusi dalle massime del 2025 di 799t del 4 febbraio, con una riduzione del 40%. Le posizioni short sono aumentate di 35t (+37%), arrivando a 132t, nonostante negli ultimi quindici giorni si sia vista qualche lieve copertura. Posizione netta long: 318t.
La posizione long massima dell’anno per l’argento è stata di 10.086t a metà marzo; da allora è scesa del 32% (3.076t), arrivando quindi a 7.010t, mentre gli short sono aumentati di 73t (+3%). Posizione netta long: 4.875t.
Posizionamento oro COMEX, Money Managers (in tonnellate)

Posizionamento argento COMEX, Money Managers (in tonnellate)

Fonte per entrambi i grafici: CFTC, StoneX

Fonte: Bloomberg, StoneX
Ripetiamo da nostra ultima nota:
Cosa sta facendo la Fed e come funziona?
Restrizione quantitativa: consiste nel non reinvestire i Treasury in scadenza e acquistare titoli sul mercato aperto. Entrambe le operazioni aiutano a ridurre la pressione al rialzo sui rendimenti obbligazionari.
Standing Repo Facility (SRF): introdotta nel luglio 2021, serve a mantenere la stabilità della politica monetaria limitando eventuali pressioni al rialzo sui tassi overnight. La Fed rende disponibili fondi ai primary dealers (e ad alcune banche), accettando in garanzia Treasury a breve termine, MBS e debito di agenzie federali. La SRF può essere usata in modo proattivo nei periodi di stress finanziario, ma viene attivata solo sporadicamente.
Reverse Repo: serve a mantenere il tasso dei fed funds all’interno del range definito dalla Fed. In un repo, la Fed acquista titoli con l’impegno a rivenderli in seguito. In un reverse repo, fa l’opposto: vende titoli con l’impegno a riacquistarli successivamente, riducendo così la liquidità nel sistema.