Feb 2025
Feb 2025
Aggiornamento settimanale per StoneX Bullion 3 febbraio 2025
Di Rhona O'Connell, Head of Market Analysis
La politica dei dazi di Trump è ancora al centro della discussione, con reazioni a catena
- Tutta l’attenzione è ancora concentrata sui dazi
- La Fed mantiene la sua posizione
- L’oro si conferma un asset di copertura dal rischio, ma il dollaro è protagonista a inizio settimana
- I tempi di spedizione da Londra sono ora di un mese, contro i soliti dieci giorni per il trasferimento nei caveau CME
- Nuovi massimi intraday registrati la scorsa settimana, con un breve superamento della soglia dei 2.800$
- I prezzi restano sostenuti nonostante la pausa festiva in Cina
- L’argento sottoperforma rispetto all’oro, mantenendo un atteggiamento cauto di fronte all’attività industriale
Previsioni; le previsioni generali sull’oro rimangono effettivamente invariate. Continuiamo ad aspettarci ulteriori rialzi nella prima parte dell’anno, spinti dalle tensioni geopolitiche, ma gran parte di queste aspettative è già contata nei prezzi attuali, dunque non ci stupirebbe vedere il prezzo dell’oro raggiungere un nuovo picco quest’anno. A lungo termine, se l’oro dovesse iniziare una fase di ribasso, è probabile che anche l’argento segua lo stesso percorso; tuttavia, eventuali cali potrebbero essere meno pronunciati rispetto a quelli dell’oro. Questo comporterebbe un cambiamento significativo nella storica correlazione tra i due metalli, con l’inizio di un percorso di disaccoppiamento. Nel breve periodo, però, l’argento continua a risentire delle turbolenze economiche in Europa e Cina.
Nel frattempo, prosegue la consegna di metallo nei magazzini del CME. Come già osservato la scorsa settimana, i cambiamenti più significativi riguardano il platino, ma tutta l’attenzione è concentrata sull’oro, con un certo sensazionalismo di alcune notizie che contribuisce all’incertezza sui mercati. Sebbene sia ancora improbabile l’imposizione di dazi sulle importazioni d’oro, i risk manager preferiscono non correre pericoli. Dal 10 dicembre, i cambiamenti nei volumi registrati sono stati i seguenti (in tonnellate): -
Invenario di oro e argento nei magazzini COMEX

Oro

Argento
Fonte: Bloomberg, StoneX
C’è più chiarezza sulla politica dei dazi? Quali segnali sta inviando la Fed?
I dazi del 25% proposti dal Presidente Trump sulle importazioni da Messico e Canada, insieme a un ulteriore 10% su quelle dalla Cina, entreranno in vigore domani, 4 febbraio. L'inizio della settimana ha visto i mercati adottare un atteggiamento difensivo: i titoli azionari sono sotto pressione, mentre il dollaro mostra una forza indipendente, attenuando la recente corsa dell’oro verso nuovi massimi. Alla fine della scorsa settimana, l’oro ha toccato un massimo intraday di 2.817$, prima di abbassarsi e stabilirsi su una media a dieci giorni che si aggira intorno ai 2.770$. L’argento, invece, ha registrato un picco di 31,7$ verso la fine della scorsa settimana, ma ha cominciato a scendere prima del cambio di rotta dell’oro, scendendo fino a 30,7$ prima di trovare un certo livello di supporto.
Nel frattempo, i produttori di auto che avvertono sulle possibili conseguenze dei dazi su Messico e Canada potrebbero avere sul settore automobilistico, che oltretutto è già alle prese con le turbolenze che stanno subendo gli investimenti sull’elettrico e con la possibilità che l’intero processo venga completamente ribaltato, viste le idee del Presidente sui veicoli a combustione interna e sui combustibili fossili. Si tratta di un altro elemento di incertezza che mette pressione sui mercati azionari, e di conseguenza offre sostegno all’oro ma meno all’argento, considerato il suo ruolo nell’industria dei veicoli elettrici.
A complicare ulteriormente il quadro, il Canada ha annunciato che, a partire dal 4 febbraio, imporrà dazi del 25% su circa 30 miliardi di dollari di beni importati dagli Stati Uniti. Questi dazi, che riguarderanno alimenti, bevande, tabacco, cosmetici e vari beni per la casa, resteranno in vigore finché gli USA manterranno le proprie tariffe sulle importazioni canadesi.
S&P, DAX, oro: andamento dall’inizio dell’anno

Fonte: Bloomberg, StoneX
Nel frattempo, la Fed si è riunita la scorsa settimana e ha lasciato invariato il suo tasso di interesse di riferimento. Il tono del comunicato ufficiale è stato leggermente diverso rispetto ai precedenti, sottolineando che "il tasso di disoccupazione si è stabilizzato su livelli bassi negli ultimi mesi e le condizioni del mercato del lavoro restano solide. L'inflazione rimane leggermente elevata". I mercati finanziari riflettono quanto riportato, con il tasso di inflazione implicito nell'indice TIPS a cinque anni (Treasury Inflation-Protected Securities) che è salito al 2,6%.
Il Presidente vorrebbe tassi d’interesse molto più bassi, ma la Fed continua a monitorare attentamente entrambi gli elementi del suo mandato, vale a dire contenere l’inflazione e garantire un mercato del lavoro forte, e già la scorsa settimana è stato chiaro che, se necessario, l’istituto manterrà un approccio restrittivo. Nel frattempo, i rendimenti obbligazionari, che erano aumentati dopo un solido rapporto sul mercato del lavoro a metà mese, hanno registrato una lieve flessione.
Oro, analisi tecnica

Fonte: Bloomberg, StoneX
Valore dell’oro nelle valute chiave

Fonte: Bloomberg, StoneX
Argento, analisi tecnica

Fonte: Bloomberg, StoneX
Rapporto tra oro e argento, dal 2020 ad oggi

Fonte: Bloomberg, StoneX
Sullo sfondo:
CFTC: Sentiment negativo su oro e argento
Nel report relativo alla settimana terminata il 28 gennaio, le posizioni long sull’oro sono aumentate di un valore minimo, mentre le posizioni short sono cresciute del 56%, passando da 34,5 tonnellate a 53,9 tonnellate, il livello più alto dalla fine di dicembre. Per l'argento, le posizioni long si sono ridotte del 3%, mentre quelle short sono aumentate del 9%, raggiungendo il livello più alto delle ultime quattro settimane.
Posizionamento oro COMEX, Money Managers (t)

Fonte: CFTC, StoneX
Posizionamento argento COMEX, Money Managers (t)

Fonte: CFTC, StoneX
ETFs:
Secondo i dati del World Gold Council, nel 2024 i fondi ETF sull’oro hanno registrato una leggera perdita di 6,8 tonnellate, anche se i flussi in dollari sono stati positivi per 3,4 miliardi di dollari, portando il totale degli asset gestiti a 271 miliardi di dollari. Il Nord America ha aggiunto 8 tonnellate, l’Europa è scesa di 98 tonnellate, e infine l’Asia ha registrato un aumento di 78 tonnellate, pari al 57%. Come abbiamo già osservato, le riserve cinesi, attualmente pari a sole 115 tonnellate, sono ancora molto inferiori rispetto alle 1.582 tonnellate detenute negli Stati Uniti e alle 1.288 tonnellate detenute in Europa, dunque rimane un ampio margine di crescita.
Il mese di gennaio ha mostrato un andamento misto: su 22 giorni di negoziazione, ci sono stati 12 giorni con afflussi netti, per un incremento complessivo di 18 tonnellate, portando il totale a 3.237 tonnellate. Per avere un riferimento, la produzione mineraria globale di oro si attesta intorno alle 3.600 tonnellate all'anno.
Argento – Ha registrato un incremento netto di 506 tonnellate nel corso del 2024, raggiungendo un totale di 22.276 tonnellate; tuttavia, gennaio è stato un mese di crescita lenta, con soli 9 giorni di afflussi netti e una perdita complessiva di 312 tonnellate.
A titolo di confronto, la produzione mineraria globale di argento si aggira attorno alle 26.000 tonnellate all'anno.

Cos’è l’EFP e come funziona?
L'acronimo EFP sta per Exchange of Futures for Physical (scambio di futures per fisico). Pur coinvolgendo il mercato dei futures, il trading EFP avviene tra due controparti e non è compensato centralmente. La scorsa settimana, l'EFP sull'oro ha registrato un'impennata superando i 60$ tra il prezzo spot e il contratto attivo (in questo caso febbraio 2025), con una differenza tra il 2% e il 3%, mentre per l'argento il differenziale ha raggiunto un dollaro, corrispondente a poco più del 3%.
Ma come funziona? Il trading dell’EFP è un metodo di copertura dell’esposizione al mercato. Acquistando un EFP, un detentore di metallo fisico stipula un accordo con una controparte per vendere la posizione fisica e contemporaneamente acquistare futures sullo stesso metallo. In questo modo, l’esposizione complessiva al metallo non cambia, ma la data di consegna viene posticipata.
Alcuni operatori di mercato hanno utilizzato l'EFP per consegnare metallo negli Stati Uniti prima del 20 gennaio, riducendo così il rischio legato alle posizioni lunghe nel caso in cui venissero imposti dazi. A nostro avviso, l’introduzione di dazi su oro o argento è poco probabile, ma è comprensibile che alcuni trader - o i loro risk managers – preferiscano (come accaduto durante la pandemia) - eliminare qualsiasi incertezza ed evitare di essere coinvolti in potenziali turbolenze di mercato.
Nel lungo termine, i fattori favorevoli all’oro superano nettamente quelli sfavorevoli. Di seguito un riepilogo delle principali forze in gioco.
Gli attuali fattori favorevoli includono:
- Rischio geopolitico.
- Crescente tensione commerciale.
- Sistemi bancari messi a dura prova in tre delle principali aree economiche, soprattutto nel settore delle banche medio-piccole, in particolare per l’esposizione al mercato immobiliare e, negli Stati Uniti (e in misura minore altrove), al comparto del real estate commerciale.
- Espansione del settore bancario ombra, con transazioni non regolamentate che ricordano le dinamiche dei mutui subprime del 2007, preludio alla crisi finanziaria globale del 2008.
- Acquisti sostenuti da parte del settore ufficiale, non solo per la quantità di oro sottratta al mercato, ma anche per il segnale che viene inviato ai mercati, dato che il settore ufficiale detesta l’incertezza.
- Interesse diffuso da parte degli investitori, in particolare individui ad alto patrimonio, family office e investitori istituzionali, sempre più orientati verso una strategia di lungo periodo.
Gli attuali fattori sfavorevoli includono:
- Riduzione delle tensioni geopolitiche e commerciali, con un possibile ruolo chiave di Scott Bessant.
- Pressioni inflazionistiche forti o aspettativa del loro arrivo, elementi che potrebbero spingere a una revisione della politica monetaria.
- Ritiro del settore ufficiale dagli acquisti di oro, sebbene poco probabile.
- Percezione di una minore incertezza da parte degli investitori, un processo che potrebbe richiedere anni. Basti pensare alla crisi finanziaria del 2008: il mercato dell’oro ha continuato a essere un rifugio fino al 2013, quando oltre 800 tonnellate di ETF in oro sono state assorbite dal mercato privato cinese.